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"Referendum: le nostre ragioni per il SI del 4 dicembre" logo fabiolongo.com

 

27 November, 2016 - 18:25

Non ci piace parlare di politica "in pubblico" ed infatti non lo faremo, anche se spesso inseriamo nel commento al close la battuta politica sul coglione Renzi (titolo e cognome). Però questo referendum, che modifica la costituzione del NOSTRO PAESE, è ben importante e vogliamo fare pubblicità innanzitutto perchè tutti partecipino alla cosa, e poi per un "SI" perchè crediamo sia giusto ed obiettivo, in senso assoluto, votare in questo modo proprio nel merito della riforma e di quello che ci viene chiesto di votare. 

Un po tutti forse vorremmo vedere il coglione Renzi e tutto il suo staff a fare altro, proprio perchè anche loro come tutti hanno fatto promesse e non le hanno mantenute, per ultimo la storia dei terremotati del centro Italia che ancora sono senza casette. Pensiamo che in politica contino solo i fatti e che al tempo stesso la politica non sia gestire un'azienda, ma qualcosa di molto più grande. Ma è proprio questo il punto chiave, qui non si vota il governo Renzi e per le scelte socio-economiche nazionali e comunitarie, bisogna discernere il voto sulla modifica costituzionale da quello del voto politico. Fatto questo non si può votare che "Sì". E venendo al merito non è poi scegliere il "meno peggio" come ci si poteva immaginare.

Troviamo infatti giusto approvare un testo che in effetti fa tutte cose razionalmente giuste anche se, come svantaggio, inevitabilmente accentra dei poteri, ma altrimenti in Italia non si Governa; poteva essere fatto di meglio ? Certo che sì, ma intanto ci sembra un buon inizio. Le obiezioni per il NO alla fine sfociano in valutazioni di merito sempre poco attinenti al punto della modifica (es Salvini alla fine parla di clandestini, Grillini della deriva autocratica, dell'incostituzionalità ecc..).  Troviamo giusto e senza difetti che si elimino CNEL e Provincie, che non servono davvero a nulla, costano enormemente (13K/mese un senatore), sono covi di sprechi (anche se hanno famiglia pure i ministeriali) e non capiamo come questo taglio/snellimento/semplificazione non possa non andare bene a forze "popolari" tipo Grillini e Salvini; per quanto riguarda il Senato troviamo che tutte le critiche mosse circa la non rappresentatività degli elettori siano remote od addirittura infondate; la migliore risposta l'abbiamo sentita dal Ministro Marianna Madia su questo speach  (persona molto brillante nella comunicazione, da vedere), ed alla fine non mi preoccuperei di non poter votare il consigliere del senato (anche se la riforma lo prevede, è scritto), perchè intanto il problema è che non c'è chi ci rappresenta veramente nel panorama dei partiti italiani ... almeno per molti di noi e da sempre in questo paese. :-(  
Il fatto che si centralizzino alcuni poteri e politiche, escludendo le Regioni, lo troviamo più che corretto per una logica esecutiva del Governo, che deve poter governare sulle questioni di strategia nazionale, e non va inteso come eliminazione di pluralismi e di rappresentanza locale/regionale, che rimangono su sanità, turismo ecc... Alla fine è evidente che ci sia un accentramento su 1 parlamento, ma intanto non vediamo differenza tra 1 solo parlamento ed un 1+1 con il senato di oggi; in Italia chi non va al governo vive per non far governare l'altro (l'esempio principe fu Bertinotti), così si cade addirittura nel ridicolo con la Novela delle mille mediazioni fra senato e parlamento, tra parlamento e regioni, e fra sordi che non vogliono sentire le ragioni dell'altro; è giusto dare un taglio a tutto questo e lasciare governare chi vince, dandogli quel vantaggio in più. Sul merito della deriva autoritaria, il governo certamente ha forzato la mano (es maggioranza assoluta dei seggi in parlamento) ma nemmeno troppo perchè alla fine nulla vieta ad un altro partito a stravincere (come è stato sul Comune di Roma) ed al popolo di tornare in piazza a far sentire la voce (cosa che non va più di moda) se qualche cosa proprio non va bene.

Sulla genesi infine una valutazione va comunque fatta, visto che per alcuni che fanno leva sulla parola "Padri Fondatori" questo sembrerebbe importante; per coerenza con gli eventi passati, questa riforma era l'obiettivo del Governo Renzi dopo aver buttato giù il buon Letta (un politico che comunque stava facendo bene), proprio con un processo che fu largamente condiviso dalle parti (ma non tutte), sotto la benedizione di Napolitano. Alla fine, indipendentemente dalla genesi e dal modo "autoritario" con cui è stata approvata da Renzi, questa riforma è arrivata adesso al voto dei cittadini e dobbiamo votarne solo il contenuto.  Non capiamo come il metodo di produzione di un testo possa precluderne l'accettazione da parte dei cittadini, alla fine se piace avrà addirittura fatto bene chi governa a proporne il voto.
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