Martedi 19/03/2024 ore 03:20:13 Disclaimer

Strategia per far Fruttare i propri Risparmi

In questo articolo: una strategia semplice, chiara ed appropriata per far fruttare i propri risparmi; si premette una doverosa disamina su cosa ruota intorno a questa semplice domanda ...

INDICE CORSO DI BORSA     TRADING WAYS

 

La pubblicità ci consente di portare avanti il sito senza metterci del nostro e mantenendo quella totale autonomia ed indipendenza che ci ha sempre contraddistinto ...

 

Ma qual'è la strategia migliore per far fruttare i propri risparmi ? Proprio questa è la domanda principale che si pongono tutti i soggetti alle prime armi con i mercati finanziari oppure coloro che hanno avuto un'esperienza negativa con la borsa e gli investimenti in borsa. Questa è quindi una keyword dei motori di ricerca particolarmente importante ed abilmente sfruttata da tutto l'indotto del circuito finanziario; parliamo di banche e promotori finanziari, di consulenti finanziari indipendenti, di liberi "professionisti" a vario titolo, di strutture di risparmio gestito, di siti specializzati di consulenza ed altre entità "fantasiose", tutte accumunate dalla ricerca di quel business che ruota attorno al denaro del risparmiatore, prima che questo arrivi al mercato finanziario. Anticipando le conclusioni, perchè non ci piace essere prolissi, possiamo dire che non c'è affatto una strategia per far fruttare i propri risparmi e che si tratta piuttosto di principi e di best practice molto generali che hanno sempre un margine di rischio intrinseco ed ineludibile. Fra queste evidenziamo il portafoglio di Browne come prima soluzione semplice e "seria", ed anche la strategia del value investing come soluzione più articolata e quindi più difficile da perseguire; ma prima dobbiamo anticipare una doverosa analisi di come stanno le cose, attorno a questo tema.

Il Business attorno al denaro del Risparmiatore

Storicamente hanno iniziato le banche ad invitare i loro clienti ad affidarsi alle loro iniziative di risparmio gestito per far fruttare i propri risparmi, grazie al ricorso di loro professionisti per superare le difficoltà di competenze ampie ed articolate, che difficilmente sono nelle capacità di chi non è un professionista del settore. Le banche consigliano di affidarsi a consulenti specializzati in investimenti ed a società solide e affidabili (ossia loro), attraverso le ormai classiche forme di investimento come i fondi comuni d’investimento e le gestioni patrimoniali di vario tipo. Non è questa la sede per dimostrare che questi fondi quasi sempre vanno peggio del mercato (mentre un semplice ETF performa sempre come il mercato sottostante), e chissà perchè ...; è noto in sintesi che le Banche propongano i migliori investimenti per loro e non per il cliente, senza voler allargarsi a considerazioni di operazioni consigliate a carattere di truffa, come quella del famoso caso Parmalat o dei Bond Argentini.

La figura del promotore finanziario od il consulente plurimandatario nascono come soggetti autonomi, professionisti, che hanno una conoscenza dei mercati generalmente più approfondita dei professionisti messi a disposizione dalle banche ma questo non elimina il rischio che per quanto bravi possano essere (se mai lo fossero) propongano prodotti finanziari dove loro hanno un profitto maggiore, anziché quelli che sarebbero più adatti al profilo di rischio del loro cliente. Allora si potebbe pensare che il consulente finanziario indipendente, cresciuto fortemente negli ultimi anni, possa essere il migliore, fra tutti i professionisti, a cui affidarsi per far fruttare i propri risparmi, proprio perché, essendo indipendente, dovrebbe consigliare le cose davvero migliori per il proprio cliente. In pratica da un lato la nota mediocrità di queste figure (ne abbiamo un discreto numero sotto gli occhi) e dall'altro la "solo formale indipendenza" fanno sì che molti siano letteralmente "fuggiti" anche da queste figure (pur non volendo fare di tutta l'erba un fascio). A titolo di esempio nel recente periodo (fine 2014) i più gettonati consulenti finanziari indipendenti consigliavano di stare lontani dal settore azionario Europeo e di investire in obbligazioni che sono lo strumento più idoneo per far fruttare i propri risparmi proprio quando il rendimento è praticamente nullo ed il rischio dello scoppio della bolla obbligazionaria diventa sempre più prossimo... senza considerare che il settore azionario è esploso a rialzo per diversi mesi: davvero una bella consulenza finanziaria indipendente.

E per finire parliamo anche di vere e proprie società di gestione del risparmio piuttosto che di network di siti internet che si occupano di fornire consigli operativi e strategie su cosa comprare e vendere sul mercato. Anche in questo caso non si può generalizzare, ma quello che traspare da esperienze riferite sulle SGR piuttosto che dalla navigazione dei siti Internet è che ci siano una miriade di ciarlatani alla ricerca di business legato al denaro dei risparmiatori. In particolare c'è tutto un sottobosco di venditori di ciavatte ossia di figure:

  • che ti raccontano come comprare sui minimi e vendere sui massimi, come battono sistematicamente il mercato, come si vive di trading e che loro sono i migliori professionisti del risparmio ;
  • che ti vogliono vendere la loro consulenza finanziaria indipendente;
  • che ti vogliono vendere newsletter, webinar di formazione, corsi on line di trading, fogli excel su rendimento delle obbligazioni, conferenze live, formazione one-to-one, sessioni di coaching, video libri, segnali di trading e tanto altro ancora ...
  • che vogliono raccogliere indirizzi email e contatti per successive azioni di marketing e di inaccettabile merchandising.
Nel corso degli anni, quindi, intorno alla keyword far fruttare i propri risparmi si è costruito un mondo ed una dialettica sempre più articolata e specializzata. In origine si faceva leva sull'analisi tecnica e sulla capacità di fare analisi al fine di predire l'andamento dei mercati. Erano i tempi i cui si vendevano le dispense di analisi tecnica contenenti i segreti dell'analisi, dedicati agli eletti che le avrebbero comprate. Poi si iniziò a parlare di piani di trading e di strategie di money management, andando a proporre software per lo stock picking e trading system, in alcuni casi andando addirittura a costruire la frontiera efficiente secondo la teoria Markowitz (la scelta del portafoglio migliore in base al profilo di rischio). Negli ultimi anni invece, con l'esplosione dei social media, va sempre più di moda l'approccio alla finanza comportamentale (per il quale rimandiamo ad altro articolo) stressando l'aspetto psicologico della comunicazione, più che quello tecnico. Sostanzialmente è una delle grandi scoperte scientifiche dei lavori di Kahneman (premio Nobel), nell'ambito della psicologia cognitiva nella comprensione delle decisioni economiche, in cui si dimostra che le perdite contano più dei guadagni nella mente degli investitori. Quindi si soffre per una perdita in misura più elevata di quanto si riesca a gioire per una vittoria o guadagno equivalente. Su questo semplice concetto ruotano fiumi e fiumi di articoli che cercano di rimandare a considerazioni psicologiche e comportamentali come chiave del successo della strategia sui mercati finanziari sia in termini generali che specifici per il risparmio dei singoli (ad esempio si vendono i titoli in basso profitto ma si tengono perdite molto pesanti). Nulla di più, anche da queste belle e lunghe trattazioni, se non, alla fine, quella di consigliare di affidarsi alle proprie importanti consulenze.

La risposta alla Domanda

Si rimane molto sorpresi di quanti e di quali "impianti dialettici" possano crearsi (con fantasia, furbizia, astuzia) intorno ad una semplice domanda. La realtà è molto più semplice, o quantomeno fabiolongo.com ha una view molto più semplice, che consideriamo idonea a tutti coloro che si affacciano sul mercato o che non hanno ancora maturato quel grado di autodisciplina, di conoscenza, di esperienza ed abilità tattica al punto di ottenere un successo sistematico e quindi dei profitti dal mercato. In breve se si vogliono far fruttare i propri risparmi è necessario innanzitutto differenziare il rischio dell'investimento e non precludere alcuna direzione evolutiva dello scenario economico e finanziario. In questo senso, come prima soluzione, basterà operare con il portafoglio di Browne, ossia un portafoglio perpetuo ma rigidamente diversificato nell'asset class, con il capitale diviso sempre per il 25% in azioni, il 25% in oro, il 25% in titoli governativi di breve termine e un altro 25% di titoli governativi a lungo periodo. Non ci sono altre regole secondo la teoria di Browne, teoria che riteniamo bellissima proprio perchè semplicissima e validissima, considerati i risultati avuti nel corso degli anni, sia quando i mercati azionari hanno attraversato crisi profondissime come quella del 2007-2009 sia quando i mercati hanno avuto dei boom, come quello della new economy. Una prima e semplice risposta alla domanda è quindi quella di utilizzare il portafoglio di Browne così come è, o con semplici personalizzazioni, attuando una strategia di allocazione del capitale tesa ad essere finanziariamente al sicuro. Non potendo/volendo prevedere cosa porterà il futuro ovvero non essendo mai sicuro cosa si alternerà, in prospettiva, fra cicli economici di prosperità, inflazione, recessione o deflazione, la strategia di portafoglio è basata su :

  • 25% in Azionario in settore azionario degli Stati Uniti (es S&P500), che darà forte ritorno in tempi di prosperità
  • 25% in Metalli Preziosi (tra cui Oro fisico tipo lingotti), che farà bene durante i periodi di inflazione
  • 25% in Obbligazioni Statali di Lungo Termine (Treasury), che faranno bene durante le fasi di prosperità e durante la deflazione ma che perforeranno male durante gli altri cicli economici
  • 25% in Cash (più precisamente fondi del mercato monetario), come copertura contro i periodi di restrizione monetaria o di recessione.

Volendo avere una gestione più attiva, meno perpetua, più aggressiva su certi settori, si tratterà di scegliere cosa mettere nel "contenitore" delle azioni, magari prendere un indice azionario rappresentativo come S&P500 o DJ o DAX, e cosa mettere nelle obbligazioni a lungo, fra T-BOND e BTP o debiti di altri stati oppure se variare le percentuali in base alla previsione del ciclo economico. Già la semplice selezione di prodotti richiede una competenza non affatto banale, ad esempio una capacità di analisi, sia tecnica sia in termini di value investing (analisi di alcuni parametri economici e finanziari aziendali), che non è certamente semplice. Risulta chiaro che per una persona che cerca, da zero, una strategia per far fruttare i propri risparmi la risposta non può essere così complessa. Questa competenza non è banale e fa transitare immediatamente nella sfera della speculazione sul mercato. In prima analisi si aprono due direzioni, quella del value investing e quella del trading, strategie diametralmente opposte ma che comunque non rispondono più alla domanda originale ma piuttosto a quella di "come speculare sul mercato ?"

La seconda risposta è comunque quella del value investing, non certamente quelle del trading con lo stock picking giornaliero o dello scapling con l'uso dei prodotti derivati. I risparmi, proprio perchè si assimilano a sacrifici ed a rinunce, devono essere gestiti con il minor rischio possibile. Per chi, risparmiatore, cerca performance migliori di quelle del portafoglio di Browne, mantenendo comunque un approccio a basso rischio, la soluzione principe è quella del value investing, ossia investire su aziende sane, che fanno profitti, che hanno basso debito, che hanno una prospettiva (anche semplicemente come brand), che il mercato in certi momenti deprezza fin sotto il loro valore oggettivo e che comunque nel tempo verranno riscoperti e rivalutati (anche se non si sa quando e "a quanto"). E' la strategia dell'investimento intelligente, che però richiede di farsi una piccola cultura sul saper leggere bilanci aziendali e un po di esperienza sul mercato per il timing dell'ingresso e della vendita. Tutti possono diventare piccoli speculatori, senza far necessariamente gestire i propri risparmi ad un "professionista", ma senza dimenticare che il lavoro non è semplice e che la fortuna riveste sempre un ruolo fondamentale in ogni iniziativa in cui ci si cimenta.


Roma, Aprile 2015
fabiolongo.com

www.fabiolongo.com - P.IVA 13200411000