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Il PAC - Piano di Accumulo Capitale

In questo articolo: concetti basilari del PAC, struttura, obiettivi, vantaggi e pericoli, tutto in forma molto semplice.

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In questo corso mancava un articolo sul PAC anche i ragione di diversi articoli sottoposti all'attenzione del sottoscritto durante i crolli del mercato di inizio 2016, eventi che hanno fatto riflettere in molti su questa strategia finanziaria e dato modo di leggere alcuni articoli Internet classificabili come vera e propria immondizia.

Nella sua definizione più stretta il Piano d'Accumulo del Capitale (PAC) è una modalità di sottoscrizione graduale, solitamente periodica, di prodotti finanziari, in genere fondi comuni di investimento e di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR). Un PIC, un Piano di Investimento di Capitale, è invece tutto il contrario, quindi l'investimento di capitale in una unica soluzione (operazione tipica a fronte di liquidità inaspettata come una vincita, un'eredità o la vendita di un immobile). Il PAC è invece una forma di investimento ampiamente impiegata nella gestione della finanza personale dei piccoli investitori, proprio per l'assonanza al risparmio. Nella sua concezione di originale il PAC è definito da un programma d'investimento di somme costanti ad intervalli temporali regolari per un periodo di durata predeterminata e molto spesso superiore ai 2-3 anni. Come esempio classico un PAC può prevedere di effettuare 60 investimenti mensili (durata complessiva 5 anni) di 300€ cadauno con un investimento totale complessivo di 18.000€, ma evidentemente possono esistere PAC di durata molto più lunga e di importi anche più bassi. Con gli ETF, sia su indici sia su commodity, il PAC sembra poter estendersi anche a prodotti più classici anche se dinamiche come l'effetto contango degli ETC basati su future suggerisce (od impone) di prestare massima attenzione alla tipologia di ETF da utilizzare.

In genere il PAC è definito da specifiche regole operative per il piano d'accumulo, in relazione a:

  1. numero dei versamenti periodici (ossia il numero delle rate);
  2. la frequenza delle rate;
  3. l’importo minimo della singola rata;
  4. l’importo del versamento iniziale (spesso è un multiplo della rata normale).

Normalmente è prevista la possibilità di sospensione o interruzione del piano. Si noti che ci si può spingere a rate (mensili o semestrali) fino anche a 40 anni, fatto che in prima analisi sembra anche esagerato ma che in realtà non lo è affatto in un ottica di "fondo pensione" o di "pensione integrativa", quando appunto si vuol costruire nel lungo termine una vera e propria rendita finanziaria o un capitale significativo da utilizzare al termine del PAC.

Il Piano d'accumulo del capitale è adottato con due principali finalità:

  1. accantonamento progressivo del risparmio;
  2. riduzione del rischio dell'investimento attraverso l'applicazione del principio del "dollar cost averaging" (DCA), che alcuni chiamano impropriamente anche "stagionalità".

Per il discorso del DCA la letteratura indica che la riduzione del rischio con questa modalità di investimento dipende essenzialmente dal fatto la distribuzione degli acquisti nel tempo implica di operare con tutte le condizioni di mercato, dunque potenzialmente favorevoli e sfavorevoli, ottenendo quindi un prezzo medio di carico (PMC) che, con un’ipotesi di mercato aleatorio o comunque non direzionale, difficilmente porterà ad ottenere rendimenti “estremi” sia in senso positivo sia negativo. In merito a questo sono numerosi gli studi che mettono in discussione questa tecnica d'investimento e quindi delle sie conclusioni, non solo sotto il profilo dell'efficienza (capacità di migliorare il rapporto tra rischio e rendimento) ma anche sotto quello della sola capacità di riduzione del rischio. La trattazione di questo aspetto è particolarmente interessante ed, in estrema sintesi, si ritiene che la considerazione contro la riduzione del rischio sia generalmente corretta e valida, a meno che non si operi con un time-frame molto lungo, ad esempio dopo i 10 anni. La statistica dei mercati insegna infatti che quei forti ribassi a cui i mercati vanno sistematicamente incontro, le fasi di bear market più o meno marcate, sono capaci di distruggere in pochi mesi tutti il guadgano che si è accumulato magari in tanti anni, ed a quel punto proseguire con rate dello stesso importo non potrà più "risistemare" il PMC (abbassarlo) dato l'elevato capitale della posizione su cui far media con le rate future. Proprio questo fatto suggerisce, sempre in sintesi, di cercare di far "cassa" o quando l'analisi del prodotto finanziario (il PAC) mostra una ragionevole probabilità di ribasso o semplicemente quando il profitto maturato è in linea con gli obiettivi che ci si era prefissi. Per come la pensiamo è anche corretto godersi la vita quando appunto non si pregiudichi il futuro.

Fra i vantaggi del PAC c'è sicuramente quello dell'operatività semplificata in quanto, in genere, si compra a date fisse e senza valutazioni di merito, sollevando anche dagli aspetti emotivi dell'operatività sui mercati finanziari.

Facendo un PAC con un soggetto istituzionale, tipo una banca, ci sono da considerare costi e commissioni, come spese di sottoscrizione, diritti fissi, spese di uscita, spese di gestione e di incentivo, tutte "invenzioni" contrattuali di chi cerca ovviamente di trarre un profitto costante "da chi paga" e di tenere il cliente vincolato al PAC, più che vederlo andar via magari per investire con un altro soggetto istituzionale. Sappiamo bene cosa significa essere "banca", fatte salve tutte le eccezioni del caso. Questo fatto lancia subito l'idea di poter gestire in autonomia un PAC, ed in questo caso un PAC deve stabilire in anticipo (come sempre per metodo) alcuni parametri base, qui di seguito elencati, e che possono essere impostati con varie tattiche nell’ambito della strategia generale su indicata.

  1. Condizione di Acquisto, che in genere in un PAC dovrebbe essere nulla, ossia "sempre";
  2. Importo della Rata
  3. Frequenza di Acquisto e Timing
  4. Condizione di Stop (se del caso)
  5. Condizione di Uscita (mandatorio per quanto detto sopra sui rischi di una durata lunga)
  6. Target Temporale e quindi capitale complessivo accumulato

Sul Privè Trading Ways è disponibile un articolo specifico "PAC su Commodity - Strategia e Tattiche Operative", dove si descrive e si discute una strategia di investimento via PAC per le commodity. Si tratta di una fra le possibili strategie che personalmente tendo a preferire ed applicare a questi specifici prodotti finanziari per il semplice fatto che è una strategia semplice e comunque generalmente valida considerando che ogni commodity ha un prezzo oltre il quale è molto difficile che possa scendere. Ciò rappresenta il razionale principale con il quale è costruita questa strategia. Va precisato, nuovamente, che l’uso di ETF che non siano physically-backed (ossia che non investono sulla materia prima ma in un contratto derivato, tipo il Crude che non è stoccabile) espone a sensibili rischi di fallimento del PAC stesso per via dell’effetto Contango. Pertanto si cercano condizioni tecniche sull'acquisto che possano mitigare il rischio di deprezzamento su ETF basati su future.


Italia, Febbraio 2016
Fabio Longo

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